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Induzione del recettore androgeno mediante la 1alpha,25-diidrossivitamina D3 e l’acido retinico 9-cis nelle cellule del cancro alla prostata umano. di Zhao XY, Ly LH, Peehl DM, Feldman D.
 
 
Data: 23/05/2003
Tipologia: MDB - Documentazione
Lingua: Inglese
Pubblicazione: Endocrinology
Anno: 1999
Fonte: Endocrinology. 140(3) :1205-12,1999 mar.
 
 
Descrizione:

E’ stato dimostrato di recente che la 1alpha,25-diidrossivitamina D3 [1,25-(OH)2D3] inibisce la proliferazione delle cellule del LNCaP, una linea di cellule androgeno - sensibili del cancro alla prostata umano. Inoltre la 1,25-(OH)2D3 aumenta la presenza del recettore androgeno (AR) e favorisce le risposte cellulari all’androgeno in queste cellule. In questo studio abbiamo indagato sul meccanismo mediante il quale la 1,25-(OH)2D3 regola la presenza del gene AR e il coinvolgimento del AR nell’inibizione della crescita di cellule LNCaP mediante la 1,25-(OH)2D3 e l’acido retinico 9-cis. Le analisi Northern blot dimostrano che il livello / RNA messaggero (mRNA) / equilibrio dinamico del AR era aumentato in maniera significativa mediante la 1,25-(OH)2D3 in maniera dipendente dalle dosi. Gli esperimenti time-course rivelarono che l’aumento del AR mRNA mediante la 1,25-(OH)2D3 mostrava una cinetica ritardata. In risposta alla 1,25-(OH)2D3, i livelli AR mRNA aumentarono dopo 8 ore e raggiunsero un’induzione massima di 10-fold superiore al controllo non trattato, dopo 48 ore; l’effetto durò fino a 72 ore. Inoltre, l’induzione di AR mRNA mediante la 1,25-(OH)2D3 fu completamente abolita attraverso l’incubazione di cellule con cicloesimide, un inibitore della sintesi delle proteine. La 1,25-(OH)2D3 non era in grado di indurre la presenza di un reporter promotore della luciferasi. Tutte queste scoperte indicano che l’effetto stimolatorio della 1,25-(OH)2D3 sulla presenza del gene AR è indiretto. Le analisi Western blot mostravano un aumento della proteina AR nelle cellule trattate con la 1,25-(OH)2D3. Questa presenza maggiore di AR fu seguita da un’inibizione della crescita delle cellule LNCaP indotta dalla 1,25-(OH)2D3. In maniera simile alla 1,25-(OH)2D3, l’acido retinoico 9-cis induceva la presenza di AR mRNA e l’effetto di entrambi gli ormoni era additivo. La 1,25-(OH)2D3 e l’ acido retinico 9-cis agivano in maniera sinergica inibendo la crescita delle cellule LNCaP. Questi effetti antiproliferativi della 1,25-(OH)2D3 e dell’ acido retinico 9-cis, da soli o in combinazione, erano bloccati dal semplice antagonista del AR, Casodex. In conclusione, i nostri risultati dimostrano che l’inibizione della crescita delle cellule LNCaP mediante la 1,25-(OH)2D3 e l’ acido retinico 9-cis è mediata da un meccanismo dipendente dall’AR e preceduta dall’induzione della presenza del gene AR. La scoperta che agenti differenziatori come i derivati delle vitamine D e A sono potenti induttori di AR, può avere implicazioni cliniche nel trattamento del cancro alla prostata.


 
 
 

E’ stato dimostrato di recente che la 1alpha,25-diidrossivitamina D3 [1,25-(OH)2D3] inibisce la proliferazione delle cellule del LNCaP, una linea di cellule androgeno - sensibili del cancro alla prostata umano. Inoltre la 1,25-(OH)2D3 aumenta la presenza del recettore androgeno (AR) e favorisce le risposte cellulari all’androgeno in queste cellule. In questo studio abbiamo indagato sul meccanismo mediante il quale la 1,25-(OH)2D3 regola la presenza del gene AR e il coinvolgimento del AR nell’inibizione della crescita di cellule LNCaP mediante la 1,25-(OH)2D3 e l’acido retinico 9-cis. Le analisi Northern blot dimostrano che il livello / RNA messaggero (mRNA) / equilibrio dinamico del AR era aumentato in maniera significativa mediante la 1,25-(OH)2D3 in maniera dipendente dalle dosi. Gli esperimenti time-course rivelarono che l’aumento del AR mRNA mediante la 1,25-(OH)2D3 mostrava una cinetica ritardata. In risposta alla 1,25-(OH)2D3, i livelli AR mRNA aumentarono dopo 8 ore e raggiunsero un’induzione massima di 10-fold superiore al controllo non trattato, dopo 48 ore; l’effetto durò fino a 72 ore. Inoltre, l’induzione di AR mRNA mediante la 1,25-(OH)2D3 fu completamente abolita attraverso l’incubazione di cellule con cicloesimide, un inibitore della sintesi delle proteine. La 1,25-(OH)2D3 non era in grado di indurre la presenza di un reporter promotore della luciferasi. Tutte queste scoperte indicano che l’effetto stimolatorio della 1,25-(OH)2D3 sulla presenza del gene AR è indiretto. Le analisi Western blot mostravano un aumento della proteina AR nelle cellule trattate con la 1,25-(OH)2D3. Questa presenza maggiore di AR fu seguita da un’inibizione della crescita delle cellule LNCaP indotta dalla 1,25-(OH)2D3. In maniera simile alla 1,25-(OH)2D3, l’acido retinoico 9-cis induceva la presenza di AR mRNA e l’effetto di entrambi gli ormoni era additivo. La 1,25-(OH)2D3 e l’ acido retinico 9-cis agivano in maniera sinergica inibendo la crescita delle cellule LNCaP. Questi effetti antiproliferativi della 1,25-(OH)2D3 e dell’ acido retinico 9-cis, da soli o in combinazione, erano bloccati dal semplice antagonista del AR, Casodex. In conclusione, i nostri risultati dimostrano che l’inibizione della crescita delle cellule LNCaP mediante la 1,25-(OH)2D3 e l’ acido retinico 9-cis è mediata da un meccanismo dipendente dall’AR e preceduta dall’induzione della presenza del gene AR. La scoperta che agenti differenziatori come i derivati delle vitamine D e A sono potenti induttori di AR, può avere implicazioni cliniche nel trattamento del cancro alla prostata.


 
 
 

 

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