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Terapia di ridifferenziazione dell’acido retinoico per il cancro alla tiroide. di Schmutzler C, Kohrle J.
 
 
Data: 23/05/2003
Tipologia: MDB - Documentazione
Lingua: Italiano
Anno: 1999
Fonte: Thyroid. 10(5):393-406, 1999 May.
 
 
Descrizione:

Medizinische Poliklinik, Abteilung Molekulare Innere Medizin und Klinische Forschergruppe, Universität Würzburg, Germany. c.schmutzler@mail.uni-wuerzburg.de

 
 
 
Abstract:
Fonte: Thyroid. 10(5):393-406, 1999 May.
 
 
 

Per il trattamento del cancro alla tiroide differenziato, la chirurgia, la terapia allo radioiodio e l’applicazione di tiroxina che sopprime l’ormone tireotropo, rappresentano misure terapeutiche di provata efficacia, con una buona prognosi per questa malattia. Comunque, in molti casi, fino al 30%, si osserva un’anaplasia, che dà vita a tumori refrattari ai trattamenti convenzionali. Talvolta questo può portare ai più maligni tumori umani, i carcinomi anaplastici della tiroide, con un’aspettativa di vita di soli pochi mesi dopo la diagnosi. Tra i nuovi approcci per il trattamento del carcinoma della tiroide con anaplasia, la terapia di ridifferenziazione dell’acido retinoico fu valutata in diversi studi in vitro e in vivo. Alcuni esperimenti con cellule di carcinoma della tiroide in coltura mostrano che il trattamento con RA agisce su funzioni specifiche della tiroide (tipo I 5’-deiodinasi, sodio/iodio-symporter), interazione cellula-cellula o cellula-matrice (molecola-1 di adesione intercellulare, E-cadherin), marcatori di differenziazione (fosfatasi alcalina, CD97), crescita e tumorigenicità. I cambiamenti osservati, che coinvolgono parametri multipli che caratterizzano un tirocita/tyrocyte funzionale maturo, possono essere interpretati come una parziale ridifferenziazione. In studi clinici pilota, circa il 40% dei pazienti rispose all’applicazione di RA con un aumento della captazione di radioiodio. In una studio su 20 pazienti trattati con RA con una serie di dati ben documentata, 8 presentavano una diminuzione (4) o stabilizzazione (4) della grandezza del tumore o/e dei livelli di tiroglobulina del siero, oltre ad un miglior trasporto di radioiodio. Ciò indica che questi pazienti con un lunga storia di non risposta ad altri trattamenti possono aver sperimentato un beneficio terapeutico. Questi dati suggeriscono che la terapia di ridifferenziazione dell’acido retinoico, considerando soprattutto i suoi lievi effetti collaterali, potrà presto rappresentare un approccio terapeutico alternativo per i tumori della tiroide altrimenti non trattabili.

 
 
 

 

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