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Sperimentazione di fase I/II dell’acido trans retinoico e del tamoxifen in pazienti con cancro al seno avanzato. di Budd GT, Adamson PC, Gupta M, Homayoun P, Sandstrom SK, Murphy RF, McLain D, Tuason L, Peerboom D, Bukowski RM, Ganapathi R.
 
 
Data: 23/05/2003
Tipologia: MDB - Documentazione
Lingua: Inglese
Pubblicazione: Clinical Cancer Research
Anno: 1998
Fonte: Clinical Cancer Research. 4(3):635-42, 1998 Mar.
 
 
Descrizione:

Poiché il tamoxifen e l’acido trans retinoico (ATRA) hanno effetti antitumorali aggiuntivi nei sistemi preclinici, abbiamo effettuato una sperimentazione clinica di fase I/II di questa combinazione in pazienti con cancro al seno avanzato. Furono scelte pazienti con cancro al seno avanzato potenzialmente ormone-reattivo. Tutte ricevettero 20 mg di tamoxifen per via orale giornalmente. Gruppi consecutivi di 3-6 pazienti furono trattati a settimane alterne con ATRA in dosi di 70, 110, 150, 190 o 230 mg/m2/al giorno. Ventisei pazienti furono ammesse a questa sperimentazione; 25 furono valutabili. Una dose di 230 mg/m2 di ATRA causava forti mal di testa e tossicità dermatologica, ma dosi < o = 190 mg/m2 erano tollerate. Due delle 7 pazienti con malattia misurabile risposero. Sette delle 18 pazienti valutabili con malattia non misurabile ottennero una stabilità della malattia per più di 6 mesi. Gli AUCs del plasma il 1° giorno di diverse settimane di trattamento furono stabili. Durante il trattamento fu notata una diminuzione non significativa dei livelli del fattore di crescita I simile all’insulina, ma questa tendenza era simile a quella osservata in tre pazienti di “controllo” trattati con il solo tamoxifen. Se somministrata con il tamoxifen giornaliero, la dose massima tollerata di ATRA a settimane alterne era di 190 mg/m2/al giorno. Lo schema di somministrazione risultò essere formato da periodi ripetuti di esposizione a concentrazioni di ATRA potenzialmente terapeutiche. La diminuzione delle concentrazioni nel siero del fattore di crescita I simile all’insulina osservata nei pazienti trattati con tamoxifen e ATRA era simile a quella osservata nei pazienti trattati con il solo tamoxifen. Furono osservate delle risposte oggettive, alcune nei pazienti che in precedenza erano progrediti durante i trattamento col tamoxifen, che suggeriscono la necessità di ulteriori studi.



 

 
 
 


Poiché il tamoxifen e l’acido trans retinoico (ATRA) hanno effetti antitumorali aggiuntivi nei sistemi preclinici, abbiamo effettuato una sperimentazione clinica di fase I/II di questa combinazione in pazienti con cancro al seno avanzato. Furono scelte pazienti con cancro al seno avanzato potenzialmente ormone-reattivo. Tutte ricevettero 20 mg di tamoxifen per via orale giornalmente. Gruppi consecutivi di 3-6 pazienti furono trattati a settimane alterne con ATRA in dosi di 70, 110, 150, 190 o 230 mg/m2/al giorno. Ventisei pazienti furono ammesse a questa sperimentazione; 25 furono valutabili. Una dose di 230 mg/m2 di ATRA causava forti mal di testa e tossicità dermatologica, ma dosi < o = 190 mg/m2 erano tollerate. Due delle 7 pazienti con malattia misurabile risposero. Sette delle 18 pazienti valutabili con malattia non misurabile ottennero una stabilità della malattia per più di 6 mesi. Gli AUCs del plasma il 1° giorno di diverse settimane di trattamento furono stabili. Durante il trattamento fu notata una diminuzione non significativa dei livelli del fattore di crescita I simile all’insulina, ma questa tendenza era simile a quella osservata in tre pazienti di “controllo” trattati con il solo tamoxifen. Se somministrata con il tamoxifen giornaliero, la dose massima tollerata di ATRA a settimane alterne era di 190 mg/m2/al giorno. Lo schema di somministrazione risultò essere formato da periodi ripetuti di esposizione a concentrazioni di ATRA potenzialmente terapeutiche. La diminuzione delle concentrazioni nel siero del fattore di crescita I simile all’insulina osservata nei pazienti trattati con tamoxifen e ATRA era simile a quella osservata nei pazienti trattati con il solo tamoxifen. Furono osservate delle risposte oggettive, alcune nei pazienti che in precedenza erano progrediti durante i trattamento col tamoxifen, che suggeriscono la necessità di ulteriori studi.



 

 
 
 

 

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