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BACKGROUND. Lo scopo della chemioprevenzione è quello di ridurre il rischio di sviluppo di cancro invertendo o bloccando il processo tumorigenico mediante l’uso di agenti naturali e farmacologici. Per determinare il potenziale ruolo delle alterazioni genetiche, nello stabilire il rischio di cancro e nel valutare l’efficacia degli agenti chemiopreventivi, abbiamo studiato 22 pazienti con lesioni premaligne avanzate del collo e della testa che erano parte di una sperimentazione di prevenzione prospettica che stava studiando un ciclo di acido retinoico 13-cis, interferone alfa e alfa tocoferolo somministrati per 12 mesi o fino a progressione della malattia.
METODI. Abbiamo utilizzato le analisi della reazione a catena della polimerasi delle sequenze di DNA microsatellite nelle cellule delle lesioni precancerogene per determinare la frequenza delle cosiddette alterazioni genetiche, la perdita di eterozigosi (LOH) e l’instabilità microsatellite nei punti cromosomici che sono normalmente ritardati nel cancro della testa e del collo.
RISULTATI. Prima del trattamento, 17 (81%) di 21, otto (44%) di 18 e otto (42%) di 19 pazienti che erano informativi (cioè eterozigotici) ai cromosomi 9p21, 3p14 e 17p13, rispettivamente, presentavano LOH in almeno uno dei loro campioni di biopsia delle lesioni. Tra i nove pazienti che presentavano LOH al cromosoma 9p21 nei campioni di biopsia del pretrattamento, che avevano completato almeno 5 mesi di terapia, la perdita genetica persisteva in 8, inclusi 3 dei 4 pazienti che presentavano risposte istologiche complete (cioè nessuna presenza di displasia nei campioni di biopsia).
IMPLICAZIONI. I nostri dati suggeriscono che le valutazioni cliniche ed istologiche della risposta agli agenti chemiopreventivi può essere insufficiente a determinare la loro l’efficacia e che le alterazioni genetiche critiche possono essere utilizzate come biomarcatori indipendenti per aumentare la capacità di valutare l’efficacia di tali agenti.
BACKGROUND. Lo scopo della chemioprevenzione è quello di ridurre il rischio di sviluppo di cancro invertendo o bloccando il processo tumorigenico mediante l’uso di agenti naturali e farmacologici. Per determinare il potenziale ruolo delle alterazioni genetiche, nello stabilire il rischio di cancro e nel valutare l’efficacia degli agenti chemiopreventivi, abbiamo studiato 22 pazienti con lesioni premaligne avanzate del collo e della testa che erano parte di una sperimentazione di prevenzione prospettica che stava studiando un ciclo di acido retinoico 13-cis, interferone alfa e alfa tocoferolo somministrati per 12 mesi o fino a progressione della malattia.
METODI. Abbiamo utilizzato le analisi della reazione a catena della polimerasi delle sequenze di DNA microsatellite nelle cellule delle lesioni precancerogene per determinare la frequenza delle cosiddette alterazioni genetiche, la perdita di eterozigosi (LOH) e l’instabilità microsatellite nei punti cromosomici che sono normalmente ritardati nel cancro della testa e del collo.
RISULTATI. Prima del trattamento, 17 (81%) di 21, otto (44%) di 18 e otto (42%) di 19 pazienti che erano informativi (cioè eterozigotici) ai cromosomi 9p21, 3p14 e 17p13, rispettivamente, presentavano LOH in almeno uno dei loro campioni di biopsia delle lesioni. Tra i nove pazienti che presentavano LOH al cromosoma 9p21 nei campioni di biopsia del pretrattamento, che avevano completato almeno 5 mesi di terapia, la perdita genetica persisteva in 8, inclusi 3 dei 4 pazienti che presentavano risposte istologiche complete (cioè nessuna presenza di displasia nei campioni di biopsia).
IMPLICAZIONI. I nostri dati suggeriscono che le valutazioni cliniche ed istologiche della risposta agli agenti chemiopreventivi può essere insufficiente a determinare la loro l’efficacia e che le alterazioni genetiche critiche possono essere utilizzate come biomarcatori indipendenti per aumentare la capacità di valutare l’efficacia di tali agenti.