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l'Istituto Superiore di Sanità italiano ha fatto stampare un fascicolo dal titolo "Esposizione professionale a chemioterapici antiblastici" per tutti gli addetti ai lavori, cioè per coloro che (solamente!) maneggiano fisicamente le fiale per la chemio (di solito infermieri professionali e/o medici). Fiale che andranno poi iniettate ai malati!
Alla voce Antraciclinici (uno dei chemioterapici usati) c'è scritto: "stomatite, alopecia e disturbi gastrointestinali sono comuni ma reversibili. La cardiomiopatia, un effetto collaterale caratteristico di questa classe di chemioterapici, può essere acuta (raramente grave) o cronica (mortalità del 50% dei casi). Tutti gli antraciclinici sono potenzialmente mutageni e cancerogeni".
Alla voce Procarbazina (un altro dei chemioterapici usati) c'è scritto: "E' cancerogena, mutagena e teratogena (malformazione nei feti) e il suo impiego è associato a un rischio del 5-10% di leucemia acuta, che aumenta per i soggetti trattati anche con terapia radiante".
L'amara conclusione, che si evince dall'Istituto Superiore di Sanità, è che la l'oncologia moderna per curare il cancro, utilizza delle sostanze chimiche che sono cancerogene.