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Uso della melatonina nel trattamento di disordini del sonno nella sclerosi tuberosa. di O’Callaghan FJ, Clarke AA, Hancock E, Hunt A, Osborne JP.
 
 
Data: 06/10/2003
Tipologia: MDB - Documentazione
Lingua: Inglese
Pubblicazione: Developmental Medicine & Child Neurology
Anno: 1999
Fonte: Developmental Medicine & Child Neurology. 41(2):123-6, 1999 Feb.
 
 
Descrizione:

In questo articolo riportiamo i risultati di una sperimentazione terapeutica sull’uso della melatonina in pazienti con sclerosi tuberosa che presentavano anche gravi disordini del sonno. La sperimentazione era a doppio cieco e placebo controllata. Furono selezionati sette pazienti con diagnosi confermata di sclerosi tuberosa e significativi problemi del sonno. Abbiamo utilizzato tre misurazioni di riferimento: la quantità di sonno totale, il numero di insorgenze di sonno e il numero dei risvegli. I pazienti trattati con melatonina ebbero un miglioramento lieve ma clinicamente significativo della quantità di sonno totale (miglioramento medio 0.55 ore, P<0.05). Tendevano anche ad un miglioramento del numero di insorgenze di sonno che però non raggiunse un valore statisticamente significativo. La melatonina, in questa sperimentazione, non ebbe alcun effetto discernibile sulla frammentazione del sonno. Possiamo concludere che la melatonina ha un effetto benefico sul prolungamento del sonno totale nei pazienti con sclerosi tuberale e disordini del sonno e che sono necessarie ulteriori sperimentazioni per indagare le questioni di dosaggio ottimale, tolleranza e possibili interazioni con altre sostanze.

 
 
 

In questo articolo riportiamo i risultati di una sperimentazione terapeutica sull’uso della melatonina in pazienti con sclerosi tuberosa che presentavano anche gravi disordini del sonno. La sperimentazione era a doppio cieco e placebo controllata. Furono selezionati sette pazienti con diagnosi confermata di sclerosi tuberosa e significativi problemi del sonno. Abbiamo utilizzato tre misurazioni di riferimento: la quantità di sonno totale, il numero di insorgenze di sonno e il numero dei risvegli. I pazienti trattati con melatonina ebbero un miglioramento lieve ma clinicamente significativo della quantità di sonno totale (miglioramento medio 0.55 ore, P<0.05). Tendevano anche ad un miglioramento del numero di insorgenze di sonno che però non raggiunse un valore statisticamente significativo. La melatonina, in questa sperimentazione, non ebbe alcun effetto discernibile sulla frammentazione del sonno. Possiamo concludere che la melatonina ha un effetto benefico sul prolungamento del sonno totale nei pazienti con sclerosi tuberale e disordini del sonno e che sono necessarie ulteriori sperimentazioni per indagare le questioni di dosaggio ottimale, tolleranza e possibili interazioni con altre sostanze.

 
 
 

 

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